Nonostante tutte le tecniche riflessologiche utilizzate in Naturopatia sembrino diverse l’una dall’altra, sia per la loro origine, sia per le modalità di applicazione che per i mezzi utilizzati, esse in realtà sono accomunate da un unico presupposto: funzionano perchè inviano uno stimolo, quindi un segnale, un’informazione energetica all’intero essere innescando un meccanismo di autoguarigione.

Come questo possa accadere può essere oggi spiegato prendendo in considerazione le potenzialità della medicina energetica e dei suoi effetti sui nostri tessuti.

La coscienza umana produce dei cambiamenti nel corpo fisico.

I nostri pensieri, le nostre sensazioni provocano nei nostri organi tanto una secrezione di sostanze biochimiche (neuro-ormoni, peptidi, mediatori nervosi, ecc.) che agiscono sugli organi stessi, quanto modificazioni del campo elettrico all’interno della cellula che attivano i geni del nostro DNA.

Questo è un processo importantissimo per la salute e per la guarigione. Persino il contesto sociale influenza biologicamente l’espressione di specifici geni di cellule nervose in determinate aree cerebrali.

Questa importante scoperta può essere utilizzata per la rigenerazione di reti neurali danneggiate, adottando un “modo di pensare terapeutico”: un’attività fisica piacevole, un atto di altruismo, un’attività sociale positiva.

Ma questa capacità dei nostri geni di attivare reazioni positive non ci deve portare all’errore comune di pensare che noi siamo ciò che il nostro DNA “ha deciso” che dobbiamo essere.

Questa convinzione errata pone il potere sul nostro benessere nelle mani del mondo molecolare, piuttosto che nella nostra coscienza e trascura il fatto che le reazioni positive possono essere attivate anche da stimoli provenienti dal mondo esterno a noi, come impulso scatenante il cambiamento.

Il patrimonio genetico di un individuo spiega il 35% della sua longevità, il restante 65% è dovuto allo stile di vita, all’alimentazione, ai fattori ambientali, ai rapporti sociali… Per cui l’idea che sia la predisposizione genetica a sviluppare determinate malattie è vera solo in parte.

I comportamenti non solo vengono trasmessi geneticamente nel corso di migliaia di anni ma possono verificarsi anche delle mutazioni repentine, attraverso l’esperienza e l’imitazione, che poi verranno trasmesse alla generazione immediatamente successiva.

Quindi da ciò si evince che i geni nei neuroni del nostro cervello sono attivati dai centri emotivi e troviamo conferma, ancora una volta, che siamo fatti di materia ma anche di energia.

In ogni processo biologico c’è una componente elettromagnetica che utilizza i tessuti come conduttori. Mentre i geni si occupano soprattutto della conservazione ed utilizzazione delle informazioni, per poi tramandarle alle altre generazioni, il sistema nervoso e quello dei connettivi permettono il fluttuare di materia ed energia.

Francis Crick, uno degli illustri scopritori della struttura del DNA, era convinto che i geni fossero i raccoglitori che contenevano le nostre caratteristiche e di questa convinzione ne fece un dogma, smentito via via negli anni dalle successive ricerche.

Il numero dei geni nel cromosoma umano non può contenere tutte le informazioni necessarie per creare e far funzionare il corpo di un uomo, e ancor meno un organo complesso come il cervello con la sua enorme quantità di connessioni neurali.

Allora, tutte queste informazioni da dove vengono? Cosa è che guida l’interconnessione tra i vari organi?