Una recente pubblicazione scritta dall'immunologo milanese Attilio Speciani “ Le Intolleranze Alimentari non esistono” (Ediz. LSWR) sostiene che le cosiddette “intolleranze” alimentari in realtà “sono il risultato di una diffusa e persistente infiammazione legata al cibo: sono cioè l'effetto di alimenti usati in eccesso o in modo troppo ripetitivo come formaggi e latticini tutte le sere, oppure pasta e pomodoro ogni santo giorno, o bibite al posto dell'acqua. Logico che nel tempo il corpo si ribelli”. Dunque, in questo senso, non si può parlare di allergie poiché le allergie scatenano sintomi immediati, dall'orticaria ai problemi respiratori fino al gravissimo “shock anafilattico”, che potrbbe anche divenire letale . Inoltre tutte le allergie sono mediate dalle immunoglobuline Ig E.
In realtà il problema è alquanto più complesso di quanto a prima vista possa apparire e sottovalutare le intolleranze come un problema minimo di fronte alle vere e proprie allergie significa non cogliere la gravità dei fastidi generati dalle intolleranze e la loro evoluzione patologica. Diverso è il problema dal punto di vista terapeutico nell'un caso e nell'altro poiché nell'intolleranza la soluzione può senz'altro essere più a portata di mano. Pertanto è necessario precisare meglio i concetti.
L'Allergia alimentare è una vera e propria reazione anomala del sistema immunitario rispetto all'ingestione di uno specifico alimento o di specifiche sostanze in esso contenute. Si viene pertanto a determinare una reazione tra frammenti dell'alimento (che si comportano da allergeni) e dei nostri anticorpi (Immunoglobuline E). Questa reazione libera un mediatore dell'infiammazione, l'istamina, che costituisce la principale responsabile dei sintomi che si scatenano, caratteristicamente, in tutte le reazioni allergiche.
Le Intolleranze alimentari sono comunque reazioni avverse che generano sintomi fastidiosi, sicuramente mai letali (rispetto all'allergia vera e propria) ma possono comunque da lievi divenire seri. Talvolta anche le intolleranze possono essere scatenate dalla liberazione di istamina ( come avviene per le allergie) ma più spesso sono legate ad una carenza enzimatica del soggetto o all'azione tossica di componenti dei cibi che col tempo possono provocare danni alle mucose intestinali. Per esempio una deficienza dell'enzima lattasi può provocare intolleranza al latte vaccino così come la tossicità del glutine, parte proteica di molti cereali, per la mucosa intestinale di molte persone, può produrre una alterazione dei villi mucosali che tappezzano il canale alimentare con serie difficoltà per l'assorbimento di molti nutrienti necessari ad una buona salute.
La differenza dunque tra i due tipi di disturbi risiede nel fatto che la reazione da intolleranza alimentare è strettamente dipendente dalla quantità dell'alimento non tollerato che viene ingerito ( dipende quindi dalla dose!) e può risultare più o meno fastidioso a secondo della sensibilità soggettiva. Qualche autore, come il dott. Mozzi, sostiene che tale soggettività è strettamente connessa con il gruppo sanguigno di appartenenza giacchè ciò che risulta nocivo per un gruppo sanguigno non lo è affatto per un altro, come attestato dalle sue ventennali osservazioni cliniche. Le intolleranze, dunque, non metteranno mai in pericolo la vita del soggetto, mentre le allergie, si, per il semplice fatto che basta una piccolissima dose dell'allergene per produrre reazioni gravi. Ciò è dovuto al fatto che, nell'allergia, si ha una massiccia produzione di istamina causata da un alto numero di anticorpi Ig E prodotti da cellule del sistema immunitario.
Tuttavia la sottovalutazione dei danni che possono derivare dall'intolleranza a determinati cibi è aggravata dal fatto che molto spesso le reazioni di intolleranza che generano acidità, reflusso gastroesofageo, orticaria, starnuti, tosse...ecc, spesso vengono annullate dall'utilizzo di farmaci inibitori della pompa protonica (lanzoprazolo e similari), antistaminici e cortisone per reazioni orticarioidi o difficoltà respiratorie, lattasi (per l'intolleranza al lattosio) ecc. i quali annullando i sintomi che rivelano l'insofferenza del corpo per quei determinati alimenti, genereranno residui maldigeriti, come peptidi, per insufficienza di acido cloridrico (a causa dell'utilizzo degli inibitori di pompa).
Pertanto molte persone continueranno a cibarsi, con questi aiutini farmacologici, proprio di quei cibi che dovrebbero evitare, soprattuto alcolici, alimenti zuccherati (bibite di tutti i tipi, merendine, fritture, dolci, farine raffinate) e tutto ciò che costitisce l'alimentazione odierna (prodotti da forno e pizzeria). Oggi sappiamo che proprio questi alimenti costituiscono il supporto alle malattie autoimmuni, alle patologie da incrostamento (delle cellule di pancreas e muscoli) e a quelle da eliminazione . Più di cento malattie, secondo il prof. Jean Seignalet, tra le quali annoveriamo le malattie degenerative ( artrosi, osteoporosi, aterosclerosi, malattie cardiovascolari, obesità, diabete mellito) per non parlare dell'asma e, in generale, delle patologie allergiche.
In conclusione la scelta di un'alimentazione corretta è l'unica certezza che abbiamo per prevenire e combattere tutte le patologie oggi maggiormente implicate nella minaccia alla salute e la distinzione, tra intolleranza ed allergia, potrebbe rivelarsi una questione di lana caprina se, alla fine, entrambe possono rivelarsi micidiali attentati alla nostra salute.