Si tratta di numerose sostanze chimiche ad azione cancerogena con le quali siamo in contatto tutti i giorni e che penetrano nel nostro organismo per inalazione, ingestione oppure attraverso la pelle. La pericolosità di queste molecole è ormai riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, dall’UNEP (Programma Ambiente dell’ONU) e dal Parlamento Europeo che emanano ed impartiscono precise disposizioni giuridiche per ridurre i rischi e l’esposizione ad esse. Eppure il pubblico non è sufficientemente informato. Queste sostanze chimiche hanno la capacità di interferire con il regolare funzionamento del sistema ormonale di qualsiasi organismo vivente, essere umano compreso, a partire dalla formazione del feto e poi durante le varie fasi di crescita, producendo effetti negativi a carico di organi anche in soggetti adulti. Sono contaminanti chimici presenti nei detergenti per l’igiene personale e della casa, nei mobili, nei tessuti, nei cosmetici, nei giocattoli, ecc. e che ritroviamo ovviamente nell’aria, nell’acqua e nel suolo. Ma queste conoscenze scientifiche non sono condivise con il pubblico, manca un’informazione capillare tale da modificare il comportamento di ognuno. Eppure in una società così evoluta non mancano di certo gli strumenti: i media, la scuola, il terziario operante nel sociale, ecc. E’ auspicabile che gli "addetti ai lavori" facciano applicare con rigore leggi e direttive già esistenti e che incrementino le informazioni in modo da non rendere inutile il lavoro della Ricerca. Non potrà esserci realmente prevenzione se continuerà a persistere una dicotomia tra il sapere scientifico e la popolazione a cui i risultati della ricerca stessa sarebbero destinati.Quello che possiamo fare intanto è imparare a riconoscere il "nemico", sapere come si chiamano queste sostanze, individuarle in etichetta e capire come evitarle:
Bisfenolo A (BPA) E’ un composto chimico aromatico precursore di alcuni materiali plastici trasparenti e resistenti al calore, e di alcuni additivi chimici. Si trova nel rivestimento interno delle lattine per bibite, nella carta termica degli scontrini, nei dispositivi odontoiatrici e in molteplici altre fonti tra cui anche i contenitori per alimenti. Altera la funzionalità della tiroide, degli organi genitali, del sistema nervoso ed immunitario. Nell’adulto la tossicità del BPA è modesta ma nel feto e nel neonato è più elevata trattandosi di organismi piccoli e a causa del loro ridotto metabolismo. Non scaldare latte, bevande e pappe in contenitori di plastica, anche se idonei al microonde; lasciare a bagno in acqua e argilla la frutta e la verdura soprattutto se confezionata, privilegiare quella fresca e di stagione.
Composti perfluorati (PFOS e PFOA) Sono due composti chimici persistenti sempre più diffusi nell’ambiente, si accumulano e occorrono anni prima che siano eliminati. Si trovano nei prodotti ittici, tappeti, tessuti idrorepellenti e antimacchia, carta alimentare resistente all’olio, padelle antiaderenti, materassi, sedili delle auto, vernici per pavimenti. Danneggiano il fegato, la tiroide, provocano infertilità. Si consiglia di usare capi di abbigliamento in tessuti naturali (lana, cotone, lino, viscosa) e non impermeabilizzati. Sostituire le pentole antiaderenti non appena si usurano, l’ideale sarebbe non utilizzarle affatto. Mai consumare popcorn in buste da microonde contenenti perfluorati (PFC). Evitare l’acquisto di mobili, tappeti e tovaglie che abbiano subito trattamenti anti-macchia o idrorepellenti.
Polibromodifenileteri (PBDE) Sono sostanze chimiche usate come ritardanti di fiamma e per questo sono nell’elenco degli inquinanti organici persistenti. Si trovano nei mobili, tendaggi, tappeti e nelle imbottiture dei sedili, dei materassi in schiuma di poliuretano, nella polvere degli ambienti domestici. Danneggiano la tiroide, alterano lo sviluppo neurologico, si accumulano nella catena alimentare. Se l’involucro di sedili e materassi è danneggiato, vanno sostituiti; cambiare spesso l’aria negli ambienti, mantenere sempre puliti i filtri dell’aspirapolvere. Dal 2006 le apparecchiature elettriche ed elettroniche non possono contenere PBDE: nell’acquisto assicurarsi che sia stata rispettata la Direttiva Europea relativa.
Dietilesilftalato(DEHP) E’ un plastificante della famiglia degli ftalati, serve a rendere morbido il cloruro di polivinile (PVC).Si trova nelle bottiglie di plastica, vassoi, confezioni blister, tappi, imballaggi, rivestimenti murari, cancelleria. Nelle pellicole e nei pavimenti i produttori europei lo hanno completamente sostituito con sostanze atossiche. Altera la produzione di ormoni sessuali (estrogeni e testosterone) nonché il metabolismo dei grassi nel fegato con conseguente obesità e diabete da sindrome metabolica. Limitare l’uso di oggetti in plastica morbida ed evitare che i bambini maneggino e portino in bocca materiali in PVC morbido contenente DEHP.