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ALT ai microgranuli

2015-05-12 12:56

Maria Grazia Monte

News, Ambiente, ambiente, microgranuli, inquinamento, cosmetici, igiene persona, dentifricio, esfoliante, plastica,

ALT ai microgranuli

I microgranuli tanto pubblicizzati e contenuti in dentifrici, shampoo, saponi, fondotinta e creme esfolianti sono microsfere di polietilene...

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I microgranuli tanto pubblicizzati e contenuti in dentifrici, shampoo, saponi, fondotinta e creme esfolianti sono microsfere di polietilene o polipropilene che inquinano fiumi, laghi e mari attraverso gli scarichi fognari danneggiando l’ecosistema e creando problemi di salute agli esseri viventi. L’inquinamento della zona dei Grandi Laghi nel Wisconsin è causato soprattutto da questi microgranuli di plastica la cui concentrazione è di oltre un milione di particelle per chilometro quadrato con un grave rischio per la fauna acquatica! (Università del Wisconsin, 2012). Per correre ai ripari, nel febbraio 2014, il governo degli Stati Uniti ha proposto la messa al bando dei microgranuli ma già due anni prima l’Olanda aveva posto la questione al Parlamento Europeo e finalmente nello scorso mese di giugno il governatore Pat Quinn dell’Illinois ha firmato una legge che vieta la produzione e la vendita di prodotti contenenti microsfere non biodegradabili con un programma che prevede entro il 2017 la messa al bando di tali sostanze dai processi di produzione ed entro il 2018 scatterà il divieto di vendita. Nella rivista Time si legge che anche gli stati della California, di New York e dell’Ohio hanno intenzione di vietare questi ingredienti ancora fortemente pubblicizzati dai grandi nomi dell’industria cosmetica. Alcuni di questi come Unilever, che in Italia possiede i marchi Dove e Mentadent, entro il gennaio 2015 toglieranno dalla produzione queste microplastiche non necessarie ai fini della funzione detergente e che possono essere sostituite con sostanze naturali come il sale oppure la farina d’avena. In mancanza di una normativa sulla produzione e vendita di queste sostanze così pericolose, tutto dipende dalle scelte dei consumatori che possono evitare l’acquisto di prodotti contenenti: Polypropylene (PP), Polyethylene (PE), Polymethylmethacrylate (PMMA), Polyethylene Terephthalate (PET) e Nylon (PA). L’organizzazione olandese North Sea Foundation, attraverso una campagna di sensibilizzazione ed informazione denominata "Beat the Microbead", ha sviluppato una applicazione per smartphone che serve per controllare rapidamente se il prodotto che si intende acquistare contiene microplastiche. In tal caso sul display apparira’’ un segnale di colore rosso, giallo se la casa produttrice si e’ gia’ impegnata ad eliminarli ma sono comunque presenti, verde quando sono assenti. Quando queste sostanze si riversano nell’ambiente vale il principio che e’ la dose a fare il veleno. E quando queste plastiche sono state trovate la’ dove non dovevano essere si e’ compreso quanto ormai fossero infiltrate nell’ecosistema. E’ il caso appunto delle plastiche che entrano nei cosmetici in forma micronizzata e che a seconda delle dimensioni conferiscono una diversa texture al prodotto: piu’ sono polverizzate e piu’ vellutata sara’ la crema, in forma piu’ grossolana danno la sensazione di delicata abrasione negli scrub. Aggiunte negli oli servono a renderli piu’ viscosi e piu’ piacevoli da spalmare, creando un lipogel. Il danno ambientale, e di conseguenza alla nostra salute, non dipende dalla loro origine (petrolio, alcool,ecc.) ma dal bioaccumulo che si determina considerando che sfuggono anche agli impianti di depurazione per via delle loro dimensioni micro. Sono oltre un migliaio i cosmetici in commercio che contengono polveri plastiche micronizzate, oltre ai fondotinta e al make-up in polvere. I piu’ pericolosi sono gli scrub e le maschere esfolianti che devono essere risciacquate, oltre ai lipogel che nella loro formulazione devono contenerne oltre l’1% . In attesa di provvedimenti legislativi non sporadici ma che interessino tutta la Comunita’ Europea e che non ci affidino semplicemente alla sensibilita’ di alcune grandi corporations, noi consumatori possiamo accelerare i tempi indirizzando le nostre scelte verso prodotti cosmetici il piu’ possibile naturali ed escludendo dai nostri acquisti quelli che danneggiano ambiente e salute. Non essendo illegali, continuano ad essere pubblicizzati e venduti ma deve essere il consumatore attento ed informato a pilotare il mercato con le proprie preferenze. Le leggi, forse, verranno.

 

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